QUEI CHILI DI TROPPO, DOBBIAMO PROPRIO NASCONDERLI? IL CASO DI MARIAH CAREY E DI ALTRE VIP


Il web ha certamente dei meriti, come la facilità delle comunicazioni a chilometri e chilometri distanza nonché la possibilità di essere informati su tutto in tempo reale. Anche i social network e i blog – ormai in decadenza, ahimè – hanno dei lati positivi, specialmente se utilizzati per passare il tempo e comunicare con gli altri vincendo, a volte, la solitudine.

Come in tutte le cose c’è, tuttavia, una misura che sarebbe meglio non oltrepassare. Ad esempio, molti pensano che postare foto sui social sia un fatto pressoché privato. Non lo è, nemmeno se si hanno pochi follower. A maggior ragione se le pagine in cui si scaricano immagini – Instagram in testa – sono quelle dei “soliti noti” a caccia di click. Succede, però, che se da una parte il numero degli accessi lievita fuori misura – e ciò può essere in un certo senso anche motivo di vanto – dall’altra questi vip corrono il rischio di essere insultati per i motivi più disparati. Per le donne, i chili di troppo sono uno dei motivi che possono portare a questo rischio. Poi dipende dallo spirito delle persone e dalla loro capacità di sorvolare con leggerezza, a dispetto del peso, sull’ignoranza delle persone. Perché è più che evidente che l’insulto facile è sintomo di mancanza di cultura oltreché di stile.

Uno dei casi che ha fatto maggiormente discutere nelle ultime settimane è quello di Mariah Carey. Lo scatto “incriminato”, tuttavia, non l’ha postato personalmente sui suoi profili ma è stato diffuso da fan delusi per la sua recente esibizione a Los Angeles. La cantante, decisamente appesantita, è apparsa sul palcoscenico piuttosto goffa nei balletti che accompagnavano le sue canzoni e questo è stato certamente il motivo numero uno della valanga di critiche che le sono piovute addosso.

Ora, con tutta la stima che posso nutrire per la Carey e pur esprimendo senza riserve la mia solidarietà, in qualche modo la ritengo responsabile di tutto il clamore che è nato attorno ai suoi chili di troppo. La mise, infatti, è del tutto inappropriata: un body sgambatissimo e semitrasparente non può che mettere in evidenza una silhouette decisamente over size. Avesse indossato una blusa morbida su una gonna leggera, magari in chiffon, con spacchi laterali la sua “reputazione” sarebbe stata salva. Insomma, se la figura è appesantita meglio non mettere in evidenza i chili in eccesso.

Altri casi, più o meno recenti, hanno esposto alla gogna, diciamo così, donne famose che forse badano meno alla pancia piatta e al vitino da vespa, restando fresche e solari, con un sorriso smagliante e anche un po’ di autoironia che serve a sdrammatizzare e a mettere a tacere le lingue biforcute.


Qualche tempo fa, l’attrice spagnola Vanessa Incontrada è stato oggetto di critiche infuocate, sempre a causa di una linea non perfetta, in occasione dei Wind Music Awards, trasmessi su Rai 1 in diretta dall’Arena di Verona. La bella Vanessa, di fronte agli insulti dei cosiddetti hater, non ha reagito. Ha però ringraziato quanti le hanno manifestato solidarietà, dimostrando di avere, oltre a uno charme decisamente gradevole, lo spirito giusto per affrontare chi non merita poi nemmeno troppa attenzione: l’indifferenza.

In quella occasione, in un tweet indirizzato @VaneIncontrada avevo scritto:

E che dire dei chili presi in gravidanza che si fatica così tanto a mandar giù? Oggetto di insulti per questo motivo è stata la politica Giorgia Meloni, da pochi mesi mamma della piccola Ginevra, immortalata, a sua insaputa, dall’attrice Asia Argento in un locale romano. Qualche rotolino sui fianchi ha scatenato un odio immotivato. Il tweet della Argento è irripetibile (QUI potete leggere un articolo sul “caso” che risale al febbraio scorso) e non c’è nulla che possa giustificare una tale acrimonia, neppure l’avversità politica.
Anche in questo caso la replica non si è fatta attendere anche se quella della Meloni non può essere decisamente definita indifferenza.

Ultimo caso che sta facendo discutere in queste ore è quello di Michelle Hunziker che ha postato sul profilo Instagram una foto di qualche anno fa, che la ritrae mentre allatta la piccola Sole, commentando: «Guardate la bella ciccetta che spunta dal mio pantalone non sapete quanto ne andavo fiera. Era il rimasuglio dei miei 14 chiletti ‘messi su’ orgogliosamente in gravidanza». Guardando la foto, tuttavia, della ciccetta non si vede nemmeno l’ombra e ha fatto bene Selvaggia Lucarelli a replicare sulla sua pagina Facebook: «Non definire “bella ciccetta” quell’impercettibile filo di carne. Quello strato di carne lì è quello che divide ogni donna dalle sue ossa».

Fatta questa riflessione, vado direttamente alla domanda posta nel titolo: quei chili di troppo, dobbiamo proprio nasconderli?

Io direi di no, a patto che ci sia un po’ di buon gusto nell’esibizione. L’abbigliamento di scena della Carey, come ho già detto, è assolutamente inappropriato. Per il resto, la moda curvy sta dimostrando che si può essere belle, affascinanti e appetibili (i maschi, in fondo, preferiscono un po’ di carne nei punti giusti…) anche con un po’ di ciccetta. Quella vera, però.

In ultimo, non dimenticare mai che tutto ciò che viene postato sui social e più in generale sul web, non è ad uso e consumo dei 25 lettori di manzoniana memoria ma è dato direttamente in pasto alla collettività globale che a volte non perdona.

[fonti per il testo e le immagini: 105net, panorama.it, dagospia.com, adnkronos.com]

5 thoughts on “QUEI CHILI DI TROPPO, DOBBIAMO PROPRIO NASCONDERLI? IL CASO DI MARIAH CAREY E DI ALTRE VIP

  1. Insultare una donna per i suoi chili di troppo già di per sé definisce chi lo fa. A me è successo una sola volta: andavo in macchina e una coppia con un passeggino mi ha fatto segno di fermarmi precipitandosi ad attraversare in maniera abbastanza improvvisa e fuori dalle strisce. Ho reagito con un attimo di ritardo, ma comunque ho frenato e li ho fatti passare ma la cafona, risentita evidentemente per la frenata in extremis, mi si è messa a urlare “A cicciona!”. Che poi, oltretutto, che c’entra? Dato il tipo non mi stupisco che fosse a corto di vocaboli, mi ha già detto bene che non abbia fatto ricorso al sempreverde “zoccola!”.

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    • Insultare chiunque per difetti fisici, reali o presunti tali (dagli altri, soprattutto), indica un grado di meschinità che non ha eguali. A maggior ragione se bersaglio sono i bambini e ragazzini… io ne so qualcosa, dato che dagli 8 ai 12 anni non ero proprio un fuscello.
      Il caso che hai descritto non ha bisogno di commenti. Però ti racconto un episodio che ha come protagonista il mio secondogenito che poteva avere, allora, 6 o 7 anni. Avevo assunto una baby sitter di una certa età e abbastanza corpulenta. Lui l’aveva apostrofata con il classico “cicciona” (sentito a scuola, senza dubbio, perché a casa la parola era bandita) e la signora me l’aveva riferito non a mo’ di rimprovero ma con il sorriso sulle labbra, quasi volesse sottolineare la simpatia del mio pargolo… una tipa decisamente autoironica. Tuttavia mi scusai e feci un bel discorso al mio bimbo, dicendo che la signora era un po’ “robusta” non “cicciona” e che comunque non era il caso di sottolineare quel particolare fisico. Giorni dopo la baby sitter mi raccontò che mio figlio le aveva riferito le raccomandazioni fatte, concludendo il discorso così: «Se per mia mamma sei “robusta” a me sembri proprio “cicciona”.» Che dire? Avrei voluto sprofondare. 😦

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      • Mia figlia mi fece più o meno una parte simile, apostrofando una signora assolutamente sconosciuta che usciva dall’ascensore con un “Mamma mia come sei cicciona!”. Io sarei voluta sprofondare, ma guardando la cosa dal punto di vista dei bambini per loro è una semplice constatazione di fatto. La questione è che davanti a un grattacielo sta bene dire “che alto” e così via, mentre con una persona obesa non sta bene usare il termine “cicciona” e si ricorre al più politically correct “robusta”, ma il problema secondo me non è questo: una cicciona è cicciona e non c’è niente di male ad esserlo, è nocivo alla salute ma nulla toglie al valore della persona. L’ignoranza interviene quando si usa come insulto, per voler dire “fai schifo”, per voler sottolineare con acrimonia un aspetto che, evidentemente, per loro è il più negativo che uno possa avere (poi magari le stesse persone, in perfetta linea o sottopeso, rubano nei supermercati senza porsi problemi).

        Io come sai sono contro il linguaggio “ripulito”, uso il termine negro per indicare una persona di pelle scura, ma non ho alcun pregiudizio razziale, non userei mai il termine per insultarlo. Idem “frocio”, che suona molto popolare e “terra terra”, ma se è usato per indicare un uomo cui piacciono gli uomini non ci vedo l’insulto, anche qui stiamo di fronte alla constatazione di fatto. Certo è che chi usa questi termini come insulti è veramente un razzista che ritiene il ciccione, il negro, il frocio (il quattrocchi, il poveraccio, etc. etc.) un essere umano di categoria inferiore, anche se questo poi alla fine, di fronte a una platea intelligente, pone invece su un gradino inferiore proprio chi discrimina e ha tanti e tali pregiudizi.

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  2. Convengo cara Marisa sull’abbigliamento inappropriato della Mariah Carey. E la maleducazione imperante non deve stupirci purtroppo. Oggi è più facile offendere che trattenersi un attimo dal dire sciocchezze ( per Diemme ) Se mi permetti debbo però dire che tuo figlio è stato troppo forte. Genuino e vero gli si può della gran lunga perdonare quel ”cicciona ”. Un caro abbraccio Marisa. Isabella

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